Lo scandalo delle imposte locali a Bologna
La giunta del Comune di Bologna ha proposto per il bilancio di previsione 2015 un aumento delle entrate fiscali pari a 15 milioni di euro. L’aumento si affianca ad altri 15,6 milioni di entrate non tributarie e a 23,8 milioni di tagli alle spese.
In particolare, la Giunta ha proposto un aumento da 0,7% a 0,8% dell’addizionale Irpef, per un totale di 6,5 milioni aggiuntivi rispetto allo scorso anno, e un aumento dell’ Imu, per le case affittate a canone concordato l’aliquota passerà dal 7,6 al 10,6 per mille (il massimo consentito) e aumento del 3% della Tari.
L’ UPPI esprime il proprio dissenso sull’aumento della tassazione sulla casa previsto nel bilancio di previsione comunale: ancora una volta si utilizzano gli immobili come “bacino di compensazione” per la quadratura dei bilanci. Gli immobili, già vessati da decenni di imposizioni scellerate, non sono la “cassa continua” delle pubbliche amministrazioni. Con questo comportamento è inevitabile la fine dei contratti di locazione a canone concordato, concepiti, dietro concessione di sconti fiscali, proprio per diminuire l’ emergenza abitativa.