Mattone contro btp: può essere il momento buono?

Mattone contro BTP: può essere il momento buono?

Si parla in questi giorni del confronto tra investimenti immobiliari e quelli mobiliari e più precisamente si sta discutendo della convenienza, in momenti come questi, a reinvestire nel mattone. Ricordiamo che anche il comprare casa è un investimento, proprio come acquistare titoli. Ma naturalmente ci sono i pro ed i contro.

I titoli mobiliari possono essere a reddito fisso o variabile e nel variabile si inseriscono, naturalmente, anche le eventuali minusvalenze derivate dall’andamento del mercato (vedi l’uscita della Gran Bretagna dalla UE – c.d. Brexit, che ha causato una valanga di vendite di titoli e svalutazioni monetarie) quindi, per chi crede nel recupero del mercato mobiliare ed in particolare di quello azionario, potrebbe essere un momento positivo con quantità proporzionate alle proprie esigenze ed alla personale propensione al rischio. Elemento positivo è l’immediata liquidità dei titoli e cioè la trasformazione della carta in denaro, in maniera veloce.

L’investimento nel mattone è ancora un buon affare? Per chi ha la liquidità, con gli attuali tassi di interesse bassi come non mai, potrebbe essere conveniente sottoscrivere mutui bancari e con la liquidità investire in parte in titoli a rischio. Per chi deve acquistare la propria casa di abitazione senz’altro è un momento favorevole: tassi bancari bassissimi, prezzi di mercato immobiliare molto buoni (allo stato attuale inoltre la prima casa di abitazione è esentata dal pagamento dell’IMU o TASI). La stessa cosa potrebbe convenire a chi vuole investire in una seconda casa per destinarla alla locazione: stipulando un contratto a canone concordato con l’opzione alla cedolare secca, fino al 31/12/2017 si versa al fisco solamente il 10% del canone annuo (ma solo se l’immobile è ubicato in uno dei Comuni considerati ad alta tensione abitativa oppure in un Comune che nei 5 anni precedenti al maggio 2014 ha richiesto ed ottenuto lo stato di calamità naturale).

L’UPPI chiede con forza, per rilanciare il mercato immobiliare e per rigenerare ricchezza (materia imponibile da assoggettare ad imposte) di prorogare i benefici per chi affitta a canone concordato.

Richiede, inoltre, di estendere i benefici fiscali anche a tutti gli immobili situati in Comuni non ad alta tensione abitativa affittati a canone concordato.

Incentivare i proprietari a sottoscrivere contratti di locazione a canone concordato, aiuterebbe, infine, i Comuni, sia in termini economici che politici, con la sicura riduzione dell’emergenza abitativa.

Rag. Andrea Casarini

Presidente Provinciale

UPPI Bologna