Richiedi il rimborso della Tasi
Tutte le favole che iniziano con “c’era una volta”, si sa, finiscono tutte bene, dopo aver vinto il male od il cattivo di turno. Questa volta però sarà durissima lottare e vincere.
Mai e poi mai nella storia della nostra Repubblica, un’ imposta è stata dichiarata incostituzionale. Anche questa volta, comunque, ci vogliamo riprovare con la TASI.
La Tasi è la tassa che incassano i Comuni per i servizi indivisibili (l’illuminazione pubblica, la sicurezza, l’anagrafe, la manutenzione delle strade, ecc.) quei servizi, cioè, che non sono individuali, tipo il trasporto scolastico oppure gli asili nido per i quali il cittadino paga il servizio di cui usufruisce.
La favola, questa volta, è la seguente: “c’era una volta la TASI che doveva essere pagata dai cittadini residenti nel Comune in base all’art.53 della Costituzione, cioè in base al proprio reddito”
Invece la Tasi è commisurata alle rendite catastali degli immobili.
Per esempio, un cittadino risiede in un appartamento con una rendita catastale di 1.000 Euro, magari è disoccupato in cassa integrazione con moglie e figli a carico ma paga la stessa cifra di quel cittadino che ha un appartamento analogo con la moglie che lavora e con lo stesso numero di figli a carico. E’ evidente e palese la disparità di trattamento.
Ma non è finita qui.
Abbiamo un’altra categoria di cittadini che usufruisce dei servizi del Comune, è residente, ma non paga.
Chi sono? Sono gli inquilini degli immobili.
In realtà la legge stabiliva che il Comune aveva la facoltà di applicare una percentuale sull’aliquota dallo 0 (zero) al 30 per cento a carico dei conduttori. Sapete quale aliquota ha deliberato il Comune di Bologna (come tantissimi altri Comuni)? Lo 0 (zero). Gli inquilini, pur usufruendo dei servizi indivisibili, non pagano nulla. Ancora una volta i bilanci dei Comuni sono finanziati dai proprietari che nella maggioranza dei casi siete proprio VOI: i PICCOLI PROPRIETARI.
Noi, allora, ancora una volta, combatteremo contro il cattivo. Come? Qui di seguito e nel nostro sito internet, troverete il modulo per la richiesta del rimborso della Tasi da inviare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, al Comune. Possibilità di rimborso: uguale a zero.
Il Comune potrebbe rispondere (“picche” naturalmente) e dalla data di ricezione della risposta avrete 60 giorni di tempo per rivolgervi alla Commissione Tributaria Provinciale al fine di eccepire l’incostituzionalità dell’imposta. In caso, invece, di silenzio-rifiuto, trascorsi 90 giorni, si hanno 10 anni di tempo per rivolgersi alla stessa Commissione Tributaria Provinciale.
Rivolgetevi anche alle Sedi ed alle delegazioni UPPI per ritirare il modulo della richiesta del rimborso della Tasi.
Forza! facciamoci sentire: chissà se questa volta la favola finirà bene!
Andrea Casarini
Presidente Provinciale UPPI Bologna
Scarica il modulo della richiesta del rimborso Tasi