Bolletta dell’acqua sproporzionata rispetto ai consumi: come comportarsi?
Il contatore dell’acqua è uno strumento che ha il compito di misurare con precisione il consumo dell’acqua dell’utente. In base al consumo registrato dall’apparecchio viene poi fatturata al cliente la bolletta dell’acqua. Il volume di consumo indicato nel quadrante si riferisce al totale dei metri cubi conteggiati dall’installazione dello stesso. Per calcolare il consumo in un certo periodo di tempo è necessario effettuare la sottrazione del consumo di due letture: all’inizio ed alla fine del periodo considerato.
Il contatore è di
proprietà della ditta distributrice ed il cliente non può in alcun modo
manometterlo, spostarlo o sostituirlo, neppure in caso di malfunzionamento
poiché tale incombente spetta, eseguiti gli opportuni controlli e verifiche,
alla società erogatrice del servizio. .
Tuttavia, il ricevimento di bollette cosiddette “anomale”, ossia contenenti
importi che divergono notevolmente da quelli di norma registrati, costituisce
un fatto piuttosto frequente per le utenze, soprattutto di acqua.
La prima cosa da fare in questi casi è cercare di individuare la causa dell’anomalia.
Le ragioni che più comunemente comportano l’emissione di bollette dell’acqua per importi manifestamente eccessivi sono: il malfunzionamento del contatore ovvero la presenza di perdite occulte.
In entrambi i casi, la bolletta deve essere contestata, con comunicazione scritta, alla Società erogatrice che, successivamente, aprirà una pratica di c.d. reclamo.
Nel caso sussista un malfunzionamento del contatore dell’acqua, il problema non può certamente essere addebitato all’utente.
Recentemente la giurisprudenza di cassazione ha avuto modo di pronunciarsi in materia ed ha affermato che, in tema di contratti di somministrazione, la rilevazione dei consumi mediante contatore è assistita da una presunzione di veridicità: pertanto, in caso di contestazione, grava sul somministrante l’onere di provare il corretto funzionamento del contatore.
Il fruitore del servizio deve invece dimostrare che l’eccessività dei consumi è dovuta a fattori esterni al suo controllo e che non avrebbe potuto evitare con un’attenta custodia dell’impianto, ovvero di avere diligentemente vigilato affinchè eventuali intrusioni di terzi non potessero alterare il normale funzionamento del misuratore o determinare un incremento dei consumi (così Cass. n.23699/2016; Cass. n.30290/2017 ed in ultimo Cass. n. 1954/2018).
Pertanto, in caso si ipotizzi un malfunzionamento del contatore, l’utente potrà inizialmente fare lui stesso una verifica chiudendo tutti i rubinetti di casa ed arrestando l’eventuale funzionamento di lavatrice e lavastoviglie. In questa situazione le lancette del contatore, ovvero i decimali del quadrante, devono rimanere fermi.
In caso contrario l’utente potrà fare richiesta di verifica del contatore, telefonando al numero verde del Servizio Clienti ovvero recandosi personalmente ad uno Sportello Clienti dell’Ente erogante la fornitura o ancora inoltrando una richiesta scritta a mezzo posta, mail o fax cercando il recapito della Società nella bolletta dell’acqua o sul sito online dell’Azienda.
Una volta inviata la richiesta, verrà concordato con il cliente un sopralluogoper la verifica del contatore. Se da tale verifica il contatore risulterà funzionante, il costo dell’intervento sarà addebitato all’utente. In caso contrario, qualora il contatore risultasse guasto, la riparazione o la sostituzione saranno a spese del gestore dell’acqua ed i consumi non conformi che sono stati rilevati dovranno essere riconteggiati e ricostruiti in base ai consumi storici medi degli ultimi anni oppure, se questi non sono disponibili, in base ai consumi medi annui di utenti caratterizzati dalla stessa tipologia d’uso, con conseguente rimborso all’utente dell’eventuale maggior consumo fatturato e già da quest’ultimo corrisposto.
Qualora però il guasto dovesse essere imputabile al cliente, per sua negligenza o per dolo, la spesa del sopralluogo e della riparazione saranno a carico dell’utente stesso.
In caso di perdita occulta di acqua, dovuta ad una rottura dell’impianto idrico privato, sarà necessario, oltre che riparare quanto prima il guasto ed arrestare la fuga, accertarsi se è stata pagata in bolletta una copertura assicurativa. Alcune compagnie erogatrici, infatti, forniscono agli utenti la possibilità di un servizio di assicurazione, naturalmente a pagamento.
In caso in cui vi sia copertura assicurativa, l’utente potrà inoltrare una richiesta al fine di essere rimborsato della maggior spesa nei limiti consentiti dall’assicurazione.
La domanda dovrà essere ampiamente documentata e solo in seguito all’acquisizione dei documenti richiesti (copia della fattura di riparazione della perdita, fotografia del contatore e del tubo danneggiato e riparato) verrà valutata dall’Ente erogatore.
E’ bene tuttavia sapere che non sempre il presentato reclamo, e quindi la relativa domanda di rimborso, potrà essere accolto dalla Società erogatrice del servizio.
Esiste, infatti, un Regolamento Fondo Fughe (scaricabile online) che contiene una serie di articoli che richiamano requisiti e circostanze che devono sussistere per l’accoglimento della domanda.
Laddove l’utente ritenga che l’eventuale rigetto del reclamo non sia giustificato, potrà agire nei confronti della Compagnia erogatrice presentando una richiesta di conciliazione all’Autorità Garante e/o agire davanti al giudice per ottenere l’annullamento o la riduzione della bolletta contestata.
Avv. Elisabetta Stagni