Le cose non dette del “Bonus 110%”
Le detrazioni fiscali abbinate all’esecuzione di interventi di riqualificazione energetica degli edifici, di prevenzione del rischio sismico degli edifici, oltre agli altri, eventuali, interventi definiti trainati, sono state innalzate al livello molto elevato, quanto interessante, del 110%. Infatti, 110% significa che se spendo 100, potrò beneficiare di uno sconto fiscale rivalutato del 10%, seppure in 5 anni. Ed in più vi è la possibilità di tramutare le detrazioni in crediti d’imposta cedibili all’ impresa esecutrice i lavori, a banche, poste, finanziarie.
Apparentemente il quadretto è idilliaco; ristrutturo a costo zero, e ci guadagno pure il 10%. Attenzione, però, perché le insidie si nascondono dietro l’angolo; il provvedimento è di difficile e complicata applicazione. Norme urbanistiche, difformità edilizie, e formalità numerosissime possono comportare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate che sta organizzando gruppi di funzionari specificamente formati per eseguire controlli a tappeto. E nel caso questi controlli portino a contestazioni sull’ operato, i recuperi di imposte (oltre a sanzioni ed interessi moratori) andrebbero a colpire il contribuente anche se quest’ ultimo avesse ceduto il credito.
Accade, inoltre, che alcune imprese “gonfino” gli importi dei lavori, spesso all’ insaputa del committente, per far sì che i benefici fiscali aumentino e con questi anche i vantaggi per le stesse. Ma in caso di controllo, appurato che i lavori non sono stati eseguiti rispettando i limiti, l’Agenzia delle Entrate recupera in capo al contribuente imposte, sanzioni ed interessi.
Proliferano le imprese che propongono esecuzioni gratuite di lavori, con cessione del credito, ma omettendo studi e rilievi preventivi assolutamente necessari ed opportuni per valutare la fattibilità ed il riconoscimento dei benefici; vanno allontanati quegli operatori che promettono soluzioni facili e semplici senza valutazioni approfondite e sopralluoghi.
Il provvedimento ha profili molto interessanti e va nella direzione di riqualificare il patrimonio edilizio, sia in termini di risparmio energetico, che di sicurezza statica, ma le insidie, in caso di affidamento lavori ad imprese scaltre e senza scrupoli, rischiano di vanificare i benefici. Attenzione anche a quegli amministratori condominiali che promuovono interventi a tutti i costi senza aver valutato attentamente la situazione, col rischio che l’intervento non arrivi in porto, il ché avrebbe come conseguenza costi di sopralluoghi e perizie non detraibili fiscalmente. Non ultimo l’aspetto dell’estetica: lo stabile lieviterebbe di almeno 15-20 centimetri, col risultato che gli spazi, per esempio dei balconi, verrebbero ristretti. Stesso problema per i davanzali delle finestre, che sarebbero da rifare.
Claudio Contini