Zoom sul 110%: il cappotto e i ponti termici del foro finestra
L’isolamento termico a cappotto è sicuramente l’intervento principale nella strategia di risparmio energetico sottesa al regime straordinario di detrazioni previsto dal DL Rilancio.
Data l’importanza ed invasività di questo intervento, si rende necessaria una progettazione accurata che indaghi a fondo i minimi dettagli per individuare la soluzione più soddisfacente sotto i molteplici aspetti dell’efficienza energetica, della salubrità e del comfort abitativo.
Nella quotidiana assistenza ai soci UPPI, capita molto spesso di dover evidenziare non solo i vantaggi di un intervento di coibentazione delle pareti esterne mediante la realizzazione di un cappotto, ma anche le criticità che tale intervento comporta.
Senza entrare nel dettaglio delle tipologia scelta per la realizzazione del cappotto (la gamma è vastissima, dal polistirene alla fibra di legno passando per i pannelli sottovuoto) ciascuno caratterizzato, oltreché da un diverso costo, anche da differenti vantaggi e svantaggi, si vuole qui evidenziare come un cappotto mal progettato e/o realizzato può non solo non “risolvere” i “ponti termici” (ovvero le discontinuità termiche, le interruzioni nell’isolamento) già presenti legati alla geometria dell’edificio, ma addirittura crearne dei nuovi (per esempio a causa del non corretto montaggio) determinando in taluni casi l’insorgenza di umidità e muffe all’interno degli appartamenti.
Nella realizzazione del cappotto la corretta posa ad opera di maestranze qualificate che al termine rilascino la relativa garanzia è una condizione necessaria ma non sufficiente per la risoluzione dei ponti termici che dev’essere prima di tutto affrontata dai progettisti sulla base delle criticità segnalate dal termotecnico che attraverso strumenti matematici complessi è in grado già a tavolino di anticipare problematiche come la formazione di umidità e muffe.
Tra queste criticità citiamo in questo articolo una delle più ricorrenti e significative ovvero il corretto isolamento delle spallette del vano finestra.
La prima domanda da porre al progettista è se è necessario ed in che modo risvoltare il cappotto per coibentare le spallette della finestra e, in caso affermativo, come minimizzare le problematiche che questa operazione comporta ovvero:
- diminuzione della luce architettonica sia in direzione orizzontale che verticale pari allo spessore cappotto, con conseguente riduzione della superficie illuminante e areante della stanza ove la finestra è collocata con il rischio di compromettere i corretti rapporti aero-illuminanti previsti dai regolamenti edilizi comunali;
- modifica delle forature dell’edificio, potrebbe modificare la tipologia d’intervento da manutenzione straordinaria a restauro e risanamento conservativo e comunque richiedere un diverso percorso amministrativo più complesso ed oneroso;
- Difficoltà di realizzazione per via della presenza di inferriate, zanzariere, ringhiere, cancellini, guide delle serrande, cerniere degli scuri.
È ovvio che, se fosse possibile scegliere, sarebbe molto più comodo isolare esclusivamente la parete esterna dell’immobile arrivando con il cappotto fino a filo finestra e qui fermarsi.
Per poter rispondere correttamente alla domanda è però necessario monitorare due condizioni:
- Condizioni di salubrità: ipotizzando una temperatura interna pari a 20°C con umidità relativa 65%, se la temperatura superficiale sui muri interni è inferiore a 13.2 °C si crea il fenomeno della condensa interna mentre se è inferiore a 16.6 °C si ha la formazione di muffa
- Condizione di comfort abitativo: si ha condizione di comfort abitativo quando la temperatura superficiale è maggiore di 17.0 °C
Analizzando la situazione più ricorrente nei nostri fabbricati costituiti da una parete di muratura piena a due teste si può rilevare come le temperature superficiali del muro e dell’attacco infisso-mazzetta non garantiscano né le condizioni di salubrità (con rischio condensa e muffa) né le condizioni di comfort abitativo (temperature inferiori ai 17 °C).
Nel caso venga realizzato un cappotto termico (per esempio in lana di roccia dello spessore di 10 cm) senza isolare la spalletta del vano finestra la temperatura media interna del muro passa da 10.9 °C a 17.9 °C. Nelle vicinanze dello spigolo però la temperatura superficiale si abbassa fino a 15.4 °C (rischio muffa) mentre all’attacco muro-infisso la temperatura di 12.2 °C è a rischio condensa.
Le basse temperature dello spigolo causano anche disagio abitativo.
Se ora coibentiamo anche la spalletta del vano finestra con un pannello in lana di roccia dello spessore di 4 cm i benefici del risvolto sono evidenti dal punto di vista sperimentale: le misurazioni effettuate in laboratorio dimostrano come si vengano a creare le condizioni di salubrità e di comfort abitativo mentre la perdita energetica complessiva diminuisce.
Il beneficio del risvolto del cappotto sulla spalletta è evidente soprattutto nella conformazione con il serramento a filo interno, di gran lunga la più diffusa nella nostra edilizia.
Tenuto conto pertanto degli evidenti vantaggi che il risvolto del cappotto comporta ma elencate anche in precedenza le difficoltà realizzative occorre valutare vantaggi e svantaggi prima di decidere.
Una soluzione che permette di raggiungere la qualità energetica e di comfort in maniera meno invasiva rispetto al risvolto, è rappresentata dalla posa di un pannello a bassa conduttività (ad esempio aerogel) di un paio di centimetri.
Se si vuole mantenere le medesime dimensioni pre intervento e non modificare la superficie aero-illuminante, si può abbinare la posa dell’aerogel alla preventiva demolizione dello strato di intonaco delle spallette.
Ovviamente la soluzione migliorerebbe ulteriormente se in abbinamento a cappotto e isolamento della spalletta si cambiasse anche l’infisso e si isolassero i bancali (entrambi sono interventi trainati e godrebbero anch’essi della detrazione del 110%) realizzando così l’isolamento completo del nodo finestra e l’eliminazione di tutti i ponti termici associati.
La necessità di un intervento integrato che non si limiti alla realizzazione del cappotto è del resto evidenziato anche dai protocolli di qualità come CasaClima o come Passivhaus (ovvero i riferimenti dell’eccellenza progettuale in materia energetica) che richiedono obbligatoriamente la coibentazione delle spallette.
Ing. Massimo Corsini